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Piccolo prestito pensionati (ex Inpdap)

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Il Piccolo prestito pensionati (ex Inpdap) è una tipologia di finanziamento che viene concesso ai dipendenti pubblici oramai fuoriusciti dal mercato del lavoro, e che rientrano sotto l’egida del fu ente pensionistico a loro specificamente dedicato, e che dal 2011 è stato assorbito dall’Inps, che eroga oggi questo prestito.

Come si può evincere facilmente dal nome, questo prestito per pensionati è costituito da piccole somme di denaro che possono rivelarsi fondamentali per rispondere a improvvise e urgenti necessità che possono presentarsi al soggetto iscritto alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali.

Vediamo maggiormente in dettaglio tutte le info utili che riguardano il Piccolo prestito pensionati ex Inpdap, caratteristiche e condizioni del finanziamento, i requisiti richiesti e come deve essere presentata la domanda dal richiedente.

Piccolo prestito Inpdap, cos’è e come funziona

Come si può leggere anche nella pagina dedicata sul sito dell’Inps,

il Piccolo prestito si rivolge ai dipendenti e pensionati pubblici iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali, e viene concesso nei limiti delle disponibilità di bilancio previste annualmente.

Il nostro interesse è maggiormente incentrato sui prestiti a pensionati, ma queste piccole somme possono essere erogate anche ai dipendenti dell’amministrazione pubblica ancora in attività, secondo quanto previsto all’articolo 1, comma 2 del decreto legislativo n.165 del 30 marzo 2001, riservato a tutti gli iscritti ai fini pensionistici presso enti o gestioni previdenziali diverse dalla Gestione Dipendenti Pubblici.

Ma come funziona il Piccolo prestito Inpdap? Si tratta di finanziamenti che prevedono un piano di ammortamento a tasso agevolato dalla durata variabile di 12, 24, 36 o 48 rate: esistono anche finanziamenti dalla durata pluriennale che può estendersi in 5 e 10 anni, ma si tratta di prestiti personali dalle caratteristiche parzialmente differenti rispetto al Piccolo prestito che trattiamo in questa sede, che necessitano di specifiche motivazioni e spese documentate.

Per richiedere il Piccolo prestito ex Inpdap il pensionato deve presentare il modello di domanda, reperibile sul sito ufficiale dell’Inps ex gestione Inpdap nell’apposita sezione modulistica, attraverso l’area riservata del sito dell’ente pensionistico, oppure se preferisce sempre per via telematica utilizzando il portale Noi PA, che consente ai lavoratori in attività e a coloro che percepiscono l’assegno previdenziale di inoltrare la richiesta di finanziamento decidendo in maniera autonoma sia l’importo del prestito che il rimborso rata sullo stipendio, dopo avere effettuato tutte le simulazioni possibili per verificare l’importo mensile delle rate e i piani di ammortamento a disposizione.

Il portale permette anche di monitorare lo stato della domanda di finanziamento ed effettuare eventualmente la rinuncia e l’annullamento della richiesta, e ancora di visualizzare i tempi di erogazione del prestito o richiedere estinzione anticipata del prestito. Non è più possibile invece rivolgersi direttamente presso l’Ufficio provinciale o territoriale dell’Inps Gestione Dipendenti Pubblici per effettuare la domanda di finanziamento.

Requisiti per la richiesta

Possono presentare la domanda di Piccolo prestito Inpdap  i dipendenti e e i pensionati del settore pubblico che presentano determinati requisiti qui di seguito elencati:

  • I dipendenti e pensionati devono iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali, con contratto a tempo indeterminato con almeno 4 anni di anzianità di servizio e 4 anni di versamento contributivo alla succitata Gestione unitaria. Anche i titolari di contratto di lavoro a tempo determinato non inferiore a 3 anni possono richiedere il piccolo prestito, ai sensi dell’articolo 13 del D.P.R. 5 gennaio 1950, n. 180, ma soltanto se il rimborso avviene entro la scadenza naturale del contratto di lavoro e con l’obbligo di cedere il TFR a garanzia dell’obbligazione.
  • Nel caso in cui vi siano coniugi entrambi iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali, tutti e due hanno la possibilità di richiedere con domande distinte l’accesso al finanziamento anche per il medesimo evento nell’anno di validità stabilito. In questo caso la somma totale erogabile non può comunque superare la spesa totale, né i limiti massimi di importo erogabile fissati nel regolamento.
  • I dipendenti e pensionati pubblici hanno facoltà di presentare la domanda per il Piccolo prestito anche per la stessa motivazione se dovesse ripetersi l’evento
  • La domanda di Piccolo Prestito deve avvenire entro un un anno dall’evento e/o dalla relativa documentazione di spesa

Una volta inoltrata, la richiesta di finanziamento viene studiata dall’ente al fine di verificare l’accertamento dei requisiti richiesti: quando viene approvata la domanda, l’Inps provvede ad erogare il capitale sul conto corrente indicato dal beneficiario e ad addebitare la prima rata di rimborso. Ricordiamo che secondo la normativa vigente il pensionato ex dipendente di ente pubblico

è iscritto alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali solo se all’atto della domanda di pensionamento ha presentato anche la domanda di adesione al Fondo credito, nei termini e con le modalità previsti dal D.M. 45/2007 e successive modificazioni. Il pensionato che ha aderito al Fondo credito versa il relativo contributo mediante trattenuta sulla pensione dell’aliquota dello 0,15 per cento.

Importi e tasso di interesse

Quali sono gli importi e i tassi di interesse applicati sul Piccolo prestito ex Inpdap? Nella pagina dedicata sul sito dell’Inps si legge che i pensionati possono richiedere importi pari alla singola mensilità, cioè a 1, 2, 3 o 4 mensilità nette dell’assegno previdenziale, rimborsabili rispettivamente in 12 rate (prestiti annuali), 24 rate (prestiti biennali), 36 rate (prestiti triennali), 48 rate (prestiti quadriennali). Inoltre

i piccoli prestiti annuali, biennali, triennali e quadriennali possono essere richiesti anche in doppia mensilità, ovvero due mensilità nette di pensione per ogni anno di ammortamento, fino ad un massimo di 8 mensilità restituibili in 48 mesi, a condizione che il richiedente non abbia altre trattenute in corso sull’assegno percepito. E a differenza del dipendente pubblico ancora in attività, per il pensionato, in entrambi i casi sopra indicati, la trattenuta per Piccolo prestito non può superare il quinto cedibile.

Sull’importo lordo della prestazione si applicano rispettivamente un tasso di interesse, un’aliquota per spese di amministrazione e un’altra per fondo rischi, secondo i seguenti valori:

  • Tasso di interesse nominale annuo: 4,25 per cento
  • Spese di amministrazione: 0,50 per cento
  • Premio fondo rischi applicato per fasce di età e a seconda della durata del prestito

Gli importi delle spese di amministrazione e del contributo per il fondo rischi vengono trattenuti al momento stesso dell’erogazione del Piccolo prestito.

Piani di rimborso

Come abbiamo anticipato, il Piccolo prestito Inpdap può avere una durata del piano di ammortamento a scelta tra 12, 24, 36 0 48 mesi: più in dettaglio:

  • Il Piccolo prestito in 12 rate mensili è pari ad una mensilità media netta dell’assegno previdenziale, aumentabile a 2 mensilità se non vi sono prestiti pensionati con cessioni del quinto  in corso.
  • Il Piccolo prestito in 24 rate mensili equivale ad una somma pari alla doppia mensilità media netta della pensione, e la soglia è aumentabile fino a 4 mensilità, se il richiedente non ha in corso altre ritenute per cessioni del quinto.
  • Il Piccolo prestito in 36 rate mensili consente di ricevere un finanziamento fino a 3 mensilità dell’assegno previdenziale, aumentabili fino a 6 mensilità se il richiedente non ha in corso ritenute per cessioni del quinto della pensione.
  • Il Piccolo prestito in 48 rate mensili prevede l’erogazione di un finanziamento pari a una somma fino a 4 mensilità medie nette di pensione, aumentabili fino ad 8 mensilità se il richiedente non ha in corso ulteriori ritenute per cessioni del quinto. Nello specifico ricordiamo per i pensionati il limite del quinto cedibile che non può essere superato per nessuno dei piani di rimborso previsti.

Come presentare la domanda

La richiesta di Piccolo prestito ex Inpdap per pensionati viene effettuata mediante la compilazione dell’apposita domanda, che può essere scaricata facendo il download sul sito ufficiale dell’Inps nell’apposita pagina dedicata. La domanda può essere compilata e inoltrata per via telematica nelle seguenti modalità:

  • Sito Inps entrando nell’area riservata attraverso il proprio Pin e approvando la richiesta: una volta compiuta l’operazione, la sede INPS Gestione ex Inpdap competente procede alla lavorazione della pratica
  • Sito NoiPA accedendo all’area riservata della sezione self-service del sito, in cui è presente una procedura guidata che consente al pensionato di compilare e presentare la domanda di finanziamento in modo facile e veloce tramite un modulo precompilato con i dati e le informazioni a disposizione del Servizio Stipendiali INPS

Ricordiamo che in entrambi i siti è possibile effettuare simulazioni riguardo i piani di ammortamento e la rata mensile di rimborso calcolando l’importo erogabile, oltre a tutte le altre operazioni fondamentali elencate nel capitolo “Cos’è e come funziona”. In alternativa all’invio della domanda on line si può compiere la medesima operazione telefonando al Contact center al numero 803 164 in maniera gratuita da rete fissa, oppure 06 164 164 da rete mobile.

Piccolo prestito pluriennale Inpdap

Dopo aver visto il meccanismo di funzionamento del Piccolo prestito Inpdap, prendiamo in ultima analisi in considerazione il Piccolo prestito pluriennale Inpdap, una tipologia di finanziamento in 5 o 10 anni concesso anche ai pensionati pubblici oltre che ai dipendenti ancora in attività, e che può essere richiesto a fronte di particolari necessità personali e familiari. Per questo motivo, oltre ai requisiti già previsti e precedentemente analizzati, in aggiunta deve essere presentata in sede di documentazione

una specifica motivazione tra quelle che sono ritenute idonee dal fondo, un’analisi dettagliata della spesa che si deve affrontare, e infine una certificazione medica di sana costituzione fisica, ad eccezione dei casi di cui all’art. 17 del regolamento (malattia dell’iscritto) e dell’art. 16 (acquisto di autovettura modificata, di carrozzella ortopedica per portatori di handicap e di protesi dal costo elevato) se il finanziamento viene richiesto per necessità dell’iscritto.

Sull’importo lordo dei prestiti pluriennali viene applicato un tasso di interesse nominale annuo pari al 3,50 per cento più una ritenuta dello 0,50 per cento per spese di amministrazione e in aggiunta il contributo del fondo rischi, secondo le misure percentuali previste per le diverse categorie di richiedenti. Le motivazioni per l’autorizzazione al prestito pluriennale Inpdap sono molteplici, e citiamo tra le altre acquisto, lavori di manutenzione e trasferimento casa, organizzazione di matrimoni e funerali e spese per studi post laurea anche dei parenti più prossimi dell’iscritto, malattie gravi e terapie mediche, esborsi economici a seguito di calamità naturali, rapine, furti e incendi, acquisto di una nuova autovettura.

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