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Prestiti per pensionati cattivi pagatori

prestiti pensionati cattivi pagatori

Quando si tratta di finanziamenti, è possibile per i beneficiari incorrere in problematiche durante il rimborso della somma erogata e degli interessi previsti nell’ammortamento, finendo per essere considerati dei cattivi pagatori, per cui poi è più difficile ottenere nuove concessioni di denaro da istituti di credito e società finanziarie. Tuttavia i prestiti per pensionati cattivi pagatori sono una realtà maggiormente presente nel mercato del credito italiano rispetto ad analoghi finanziamenti per coloro che sono ancora attivi nel mondo del lavoro: infatti gran parte delle società operanti nel settore concedono senza troppi problemi prestiti pensionati anche a cattivi pagatori, protestati e pignorati, grazie alla formula di finanziamento standard prescelta per elargire somme di denaro a chi percepisce un assegno previdenziale, ovvero la cessione del quinto, che offre solide tutele alle banche. Vediamo più in dettaglio come funziona il meccanismo dei prestiti per pensionati cattivi pagatori, partendo necessariamente dalle definizioni in essere per essere considerati tali.

Cattivi pagatori: chi sono?

Quando ci si rivolge ad una banca per richiedere un finanziamento, prima che esso venga concesso l’istituto di credito o la società finanziaria verifica innanzitutto l’affidabilità creditizia del soggetto richiedente, e questo vuol dire accertarsi che la persona non solo possegga il reddito sufficiente per ottenere la somma di denaro voluta, ma anche che non sia stata inserita dalle Centrali Rischi o dai SIC, ossia i Sistemi di Informazioni Creditizie, nelle liste dei cattivi pagatori. Viene definito

un cattivo pagatore una persona o azienda che in passato ha avuto problemi a restituire un prestito. Il cattivo pagatore rappresenta quindi un possibile problema per le banche, e pertanto è stato inserito nelle liste redatte dalle centrali rischi per valutare la capacità di onorare un prestito, che in tal caso viene considerata compromessa.

Questi elenchi e liste di cattivi pagatori sono consultate dalle banche e dalle società finanziarie per conoscere tutte le persone segnalate per non aver onorato le scadenze per il pagamento di una o più rate di un prestito o di un finanziamento. Questi archivi rappresentano per gli operatori del settore una sorta di banca dati sulla solvibilità delle persone che hanno richiesto finanziamenti, in modo da valutare il loro merito creditizio e contenere i possibili rischi di insolvibilità.

Per finire segnalati nei registri dei cattivi pagatori bisogna essere in ritardo di uno o due mesi nel pagamento di una rata di un finanziamento oppure nel caso in cui due o più rate non siano state per nulla saldate. Prima di emettere un prestito, le banche consultano dunque questo elenco per valutare se il cittadino, sia esso piccolo imprenditore, il libero professionista o lavoratore autonomo che richiede il finanziamento, in passato ha avuto problemi nel rimborsarlo: il problema non si pone per coloro che hanno un reddito fisso e sicuro garantito dallo Stato, come il dipendente pubblico o appunto il pensionato, che possono usufruire della cessione del quinto.

Chi sono i protestati

Spesso vengono usati come sinonimi i termini “cattivi pagatori” e “protestati”, ma esistono delle differenze: come dice la parola stessa,

i protestati sono coloro che hanno subito un protesto, ovvero l’atto con cui un pubblico ufficiale accertata e dichiara che non è avvenuto il pagamento di un titolo di credito o di una cambiale, e pertanto vengono iscritti negli elenchi del Registro Informatico dei Protestati.

La situazione dunque è lievemente diversa rispetto alla definizione di cattivo pagatore precedentemente descritta: si viene protestati quando un assegno, una cambiale o un titolo di credito presentato per il pagamento viene rifiutato, e successivamente un notaio o un ufficiale giudiziario accertano il mancato pagamento o la mancata accettazione del titolo di credito. Un caso tipico sono le persone che hanno emesso assegni non coperti, ad esempio coloro che hanno emesso un assegno per 2000 euro ma sul conto corrente avevano solo 500 euro, oppure coloro che hanno firmato delle cambiali senza onorarle.

Cattivi pagatori pignorati

Un terzo ed ultimo esempio di cattivi pagatori sono i cosiddetti pignorati, la cui fattispecie è regolata dal Libro III del codice di procedura civile italiano, dall’articolo 491 al numero 497. Secondo definizione giuridica,

si definisce pignoramento l’atto con il quale ha inizio l’espropriazione forzata di un bene posseduto da un soggetto: è l’ingiunzione che l’ufficiale giudiziario fa al debitore di astenersi da ogni atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito i beni a esso assoggettati e i frutti di essi, con l’avvertimento che qualsiasi atto sarà invalido.

L’effetto principale è che i beni soggetti a pignoramento, pur restando di proprietà e solitamente anche nel possesso del soggetto debitore, sono sottratti alla sua libera disponibilità, essendo diretti al soddisfacimento delle pretese del soggetto o dei soggetti creditori.

Per quanto tempo si resta cattivi pagatori?

Le segnalazioni vengono conservate nelle Centrali rischi e nei Sic secondo le seguenti modalità:

  • 1 mese per rifiuto di un finanziamento
  • 6 mesi per richieste di finanziamento in fase di istruttoria
  • 12 mesi dalla data di regolarizzazione del pagamento, nel caso in cui il ritardo di pagamento della rata sia inferiore ai due mesi e relativo al massimo a due rate
  • 24 mesi dalla data di regolarizzazione, nel caso in cui il ritardo nel pagamento sia superiore a due mesi
  • 36 mesi nel caso di morosità non sanate: il periodo di tempo viene calcolato a partire dalla data di scadenza del rapporto

Prestiti per pensionati cattivi pagatori: la cessione del quinto

E veniamo finalmente alla questione dei prestiti per pensionati cattivi pagatori: come abbiamo già diffusamente illustrato nella nostra guida generica, i prestiti ai pensionati vengono genericamente concessi da istituti di credito e società finanziarie ricorrendo alla formula della cessione del quinto, che fornisce garanzie sufficienti ad una banca per dare il via libera al finanziamento anche se si risulta iscritti da anni alle sopracitate banche dati per cattivi pagatori e protestati. La cessione del quinto infatti

prevede una trattenuta diretta dallo stipendio o assegno previdenziale percepito di una somma pari all’importo della rata mensile concordata in sede di stipulazione del contratto di finanziamento, e che non può superare un quinto del reddito complessivo.

Essendo una trattenuta diretta, la garanzia è più forte in quanto è come se l’accordo di pagamento avvenisse direttamente tra la banca e chi eroga la pensione: dunque nel caso dei pensionati è l’Inps a fungere da garanzia per tutelare gli interessi dell’istituto di credito.

Prestiti pensionati cattivi pagatori: le alternative

Poiché la cessione del quinto per legge prevede un limite massimo fissato al 20 per cento complessivo del reddito percepito, appunto un quinto del totale, concedere prestiti ai pensionati con questa formula potrebbe incorrere in un ostacolo insormontabile dovuto ad un importo troppo basso della pensione, per cui non resterebbe al soggetto beneficiario del finanziamento, dopo la trattenuta della rata mensile di ammortamento, il denaro sufficiente per sopravvivere: ricordiamo che lo Stato ha fissato per legge un tetto minimo oltre il quale non si può andare, e per l’anno 2017 il trattamento definito sufficiente equivale a 501,89 euro al mese, 6.524,57 euro l’anno. Un altro problema che potrebbe rendere ardua l’opzione della cessione del quinto è la presenza di una polizza vita obbligatoria da sottoscrivere insieme al finanziamento, e che in caso di grave patologia del soggetto potrebbe rendere difficile l’accettazione della domanda. Che fare in questi casi? Gli esperti suggeriscono per prestiti ai pensionati cattivi pagatori tre strade alternative da percorrere, ovvero:

  • Prestito cambializzato
  • Prestito delega
  • Fideiussione

Vediamo insieme in dettaglio queste tre possibilità di finanziamento.

Prestito cambializzato per cattivi pagatori

Il prestito cambializzato è una tipologia di finanziamento piuttosto diffusa all’interno della categoria dei prestiti personali non finalizzati, cioè di finanziamenti non direttamente collegati all’acquisto di uno specifico bene o servizio, e che può tornare molto utile per coloro che sono iscritti nel registro dei protestati e dei cattivi pagatori. Questo finanziamento si connota

per un piano di ammortamento il cui rimborso avviene attraverso la sottoscrizione di cambiali. Le cambiali hanno periodicità mensile, per una durata massima di 120 mesi. Le rate sono di importo costante e sono calcolate con un tasso fisso.

Essendo la cambiale un titolo esecutivo, chi concede il finanziamento può procedere al pignoramento dei beni del debitore in caso di mancato pagamento delle rate. Per ottenere il prestito cambializzato vengono richieste specifiche garanzie, che variano in relazione al richiedente, e nel caso di un pensionato è la semplice certificazione INPS. Si tratta inoltre di uno di quei casi in cui non è necessario disporre di un conto corrente per avere il via libera al finanziamento.

Prestito delega, cos’è e come funziona

Il prestito delega viene anche definito doppio quinto, poiché la percentuale di reddito trattenuta direttamente per il rimborso varia tra il 20 e il 40 per cento: appare evidente come questa soluzione di finanziamento sia percorribile solo per chi percepisce una pensione elevata. Innanzitutto

è necessario rivolgersi al proprio ente pensionistico di riferimento, richiedendo l’autorizzazione all’apertura della pratica, e una volta ottenuto il via libera, la delega dovrà essere presentata all’istituto di credito o società finanziaria che concede prestiti con doppio quinto.

La rata mensile anche in questo caso è fissa e rimane costante per tutta la durata del prestito, e si prevede una garanzia assicurativa contro il rischio di morte da parte del richiedente. La durata massima del prestito è di 120 mesi, ed è inoltre possibile rinnovare il prestito delega prima che lo stesso scada, ottenendo un nuovo finanziamento anche per estinguere in parte quello ancora in corso e non ancora terminato.

La fideiussione come soluzione per cattivi pagatori

La terza e ultima opzione per ottenere prestiti pensionati da cattivi pagatori o protestati è quello di accompagnare la richiesta di prestito da una garanzia terza, ovvero la fideiussione. La fideiussione è una garanzia personale in cui un terzo soggetto garantisce chi richiede il finanziamento, e sarà eventualmente tenuto a far fronte alle spettanze del debitore nel caso in cui non paghi eventualmente le rate pattuite. Se il fideiussore paga per conto del debitore inadempiente ha per legge diritto, dopo aver pagato, a rivalersi su quest’ultimo per recuperare la somma versata.

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