Home > La Guida > Prestiti pensionati con pensione o assegno sociale

Prestiti pensionati con pensione o assegno sociale

pensione prestiti

Sono possibili prestiti pensionati con pensione o assegno sociale? È notorio che tali categorie di soggetti riscontrino problemi quando si tenta di richiedere prestiti per pensionati con pensione sociale, dal momento che per la maggior parte degli istituti di credito la formula prescelta è la cessione del quinto dell’assegno previdenziale, un’opportunità che non è possibile cogliere quando si è pensionati con assegno sociale, giacché l’importo è insufficiente e per legge esiste una soglia minima di reddito da rispettare per richiedere la cessione del quinto. Tuttavia esistono soluzioni alternative proprio come per i pensionati con pensione minima, strade di finanziamento non facili da perseguire ma che in alcuni frangenti possono aiutare chi è alla ricerca di prestiti pensionati con assegno sociale.

Che cos’è l’assegno sociale?  Requisiti e quando spetta

L’assegno sociale è una prestazione economica che lo Stato eroga su richiesta in favore di cittadini che si trovano in condizioni economiche particolarmente disagiate: tale diritto alla prestazione viene accertato in base al reddito personale per i cittadini non coniugati, ed in base al reddito complessivo con quello del coniuge per chi invece è sposato. Le condizioni della cosiddetta pensione sociale sono

il carattere di temporaneità e la verifica del possesso dei requisiti economici e di effettiva residenza che viene effettuata ogni anno attraverso controlli. L’assegno non è reversibile ai familiari superstiti e non può essere erogato all’estero, inoltre non è soggetto a trattenute Irpef.

Pensione normale e assegno sociale: le differenze

Vigono dunque molte differenze tra il normale assegno pensionistico e quello sociale, sulla scorta delle quali è possibile o meno d a parte di un istituto di credito erogare prestiti per pensionati con cessione del quinto. La differenza sostanziale è che

mentre la pensione classica è fondata sui contributi versati durante gli anni di lavoro, l’assegno sociale è erogato dallo Stato in caso di assenza dei contributi minimi. Questa seconda tipologia di pensione, con importo che arriva a stento intorno ai 500 euro, comporta spesso la mancata concessione del prestito, a causa del basso livello di redditi percepiti dal richiedente.

Requisiti per l’assegno sociale

Per ottenere l’assegno sociale è necessario essere in possesso dei seguenti requisiti:

  • 65 anni e 7 mesi di età
  • versare in condizioni economiche critiche e di bisogno
  • avere la cittadinanza italiana
  • iscrizione all’anagrafe del comune di residenza per gli stranieri comunitari
  • titolarità del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo (riservato a stranieri extra-comunitari)
  • residenza effettiva e continuativa per almeno 10 anni sul territorio nazionale

Il pagamento della prestazione sociale decorre dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda, se risultano essere soddisfatti i requisiti sopra descritti dettati dalla legge:

l’importo massimo dell’assegno erogato è pari a 448,07 euro per 13 mensilità ed esente da imposta, e in presenza di ulteriori redditi l’assegno viene concesso in misura ridotta, pari alla differenza fra il limite annuo e il reddito dichiarato. Il limite è fissato a 5.824,91 euro annui e ad 11.649,82 euro, se  il richiedente è coniugato.

Pensione sociale in presenza di altri redditi

Come abbiamo specificato, in presenza di redditi l’assegno viene concesso in misura ridotta: si considerano i redditi di qualsiasi natura al netto dell’imposizione fiscale e contributiva, compresi quelli esenti da imposta come pensioni di invalidità civile, di guerra, rendite Inail, e via discorrendo, e i redditi con ritenuta alla fonte a titolo di imposta o ad imposta sostitutiva  quali interessi bancari e postali, interessi sui BOT e CCT, ecc.

Sono esclusi dal calcolo i trattamenti di fine rapporto, la casa di abitazione, i trattamenti di famiglia, un terzo dell’importo della pensione liquidata con il solo sistema contributivo, le indennità di accompagnamento di ogni tipo, l’importo dell’assegno sociale del richiedente, e così via. Infine ricordiamo che sull’assegno sociale spettano, a determinate condizioni, anche la maggiorazione sociale e l’incremento al milione.

Prestiti pensionati con assegno sociale: sono possibili?

Di norma, per le condizioni sopra indicate, i prestiti per pensionati con pensione sociale non sono disponibili, specie se la modalità di rimborso prevista è la cessione del quinto dell’assegno previdenziale, poiché la normativa vigente fissa un importo minimo di sopravvivenza, versato dallo Stato con assegno e impossibile da ridurre: restrizioni che scatterebbero invece con la cessione del quinto.

Le alternative possibili sono o prestiti tra privati per somme piccole, oppure la sola strada percorribile per cifre più consistenti è quella del prestito vitalizio ipotecario, richiedibile da persone con almeno 60 anni di età e con una casa di proprietà, attraverso cui è possibile ottenere una somma di denaro per un valore compreso tra il 20 e il 50 per cento del costo dell’immobile.

Pensione sociale: come ottenere un prestito finalizzato

Ottenere un prestito personale con pensione sociale attraverso i normali istituti di credito e società finanziarie è molto difficile come abbiamo visto, tuttavia

i soggetti beneficiari d’assegno sociale possono vedersi erogato un prestito personale finalizzato ad una particolare spesa: esistono infatti delle offerte finanziarie reperibili sul mercato del credito pensate e finalizzate anche per le particolari esigenze di coloro che vivono in una situazione di forte disagio finanziarioutili per l’acquisto di un determinato bene o servizio. Sono dunque possibili prestiti pensionati con pensione sociale purché finalizzati.

Prestito finalizzato con pensione sociale: un esempio

Facciamo un esempio per esemplificare meglio la nozione di prestito finalizzato: immaginiamo un prestito finalizzato di 20mila euro per un lavoro di riqualificazione energetica nella propria dimora: ebbene, un beneficiario di assegno sociale può optare tra differenti proposte reperibili sul mercato del credito: possiamo ad esempio segnalare i migliori preventivi

quello di Fiditalia che prevede un finanziamento di 120 mesi con una rata mensile di 214 euro con Tan al 6,30 per cento e Taeg al 6,49 per cento, senza nessuna spesa iniziale prevista.

L’altra alternativa è ricorrere al prestito vitalizio bancario o ipotecario che dir si voglia, che adesso andremo a vedere più nello specifico.

Cos’è il prestito vitalizio bancario

Il prestito vitalizio bancario è una tipologia di finanziamento grazie a cui i proprietari di un immobile con oltre 60 anni di età possono ottenere liquidità necessaria per i propri bisogni senza perdere la proprietà dell’immobile. Innanzitutto bisogna stabilire quale importo si desidera e quali esigenze bisogna soddisfare

per capire se il prestito vitalizio sia la soluzione adeguata, oppure se ci siano alternative più idonee come ad esempio la vendita della nuda proprietà. Con un prestito vitalizio ipotecario normalmente viene finanziato un importo che arriva fino al 50 per cento del valore della casa, a seconda dell’età del richiedente.

Basandoci su una stima approssimativa, possiamo affermare che una società finanziaria in genere eroga una somma pari al 10 per cento del valore dell’immobile per i sessantenni, del 20 per i settantenni, e via a salire fino al 50 per cento per i novantenni.

Come fare richiesta di un prestito vitalizio

Come richiedere un prestito vitalizio bancario? Innanzitutto si consiglia di confrontare più preventivi per trovare l’offerta più conveniente, e dopo aver individuato l’istituto di credito idoneo, bisogna raccogliere e inviare la documentazione necessaria, che solitamente comprende:

  • Copia del documento di identità
  • Codice Fiscale
  • Certificato contestuale
  • Stato di famiglia
  • Relazione Notarile Preliminare o Atto di Provenienza
  • Perizia

Dal momento della richiesta, possono passare poche settimane come alcuni mesi fino al momento dell’effettiva erogazione, a seconda della lunghezza dell’iter di valutazione, e oltre ai documenti sopra descritti è possibile che la banca possa indicare la necessità di ulteriore documentazione.

Perizia di un immobile

La banca come prima risposta comunica in via preliminare il proprio parere di fattibilità, ma va sottolineato che

una accettazione o un rifiuto in questa fase non comportano necessariamente una decisione definitiva: il rifiuto potrebbe essere relativo al mero importo, che la banca potrebbe giudicare troppo elevato, basterà in tal caso riformulare la richiesta per ricevere l’assenso preliminare.

Successivamente vi è la fase più delicata, la perizia, ossia una valutazione tecnica dell’immobile finalizzata ad ottenere una stima del valore e dello stato di conservazione. Questa perizia viene eseguita da un tecnico di fiducia dell’istituto di credito ma i costi sono solitamente a carico del richiedente, finanziati come parte della somma richiesta.

Erogazione del prestito vitalizio

In caso di esito positivo della perizia, è possibile sottoscrivere il contratto di prestito vitalizio bancario con la firma davanti al notaio mediante il quale viene iscritta l’ipoteca sull’immobile ed avviene l’erogazione del denaro. Da quel momento

il beneficiario del prestito potrà gestire a proprio piacimento la somma ricevuta continuando a vivere nella propria casa rispettando però alcuni vincoli legati alla disponibilità economica dell’immobile. Ossia non sarà possibile effettuare una vendita, affittare, ristrutturare, aggiungere una seconda ipoteca o offrire l’immobile come garanzia a favore di terzi.

Estinzione del debito con prestito vitalizio ipotecario

Il beneficiario del prestito vitalizio ipotecario ha la libertà di decidere se rimborsare gradualmente il proprio debito, oppure non pagare nulla e lasciare agli eventuali eredi l’onere di estinguere il proprio debito. Nel primo caso già al momento della stipulazione del contratto verrà stabilito con la banca un piano di ammortamento per effettuare il rimborso graduale della somma ricevuta, viceversa nel secondo caso

dopo il decesso gli eventuali eredi potranno scegliere se rimborsare il debito più gli interessi entro 12 mesi in soluzione unica, e la modalità più facile è ottenere questa somma vendendo la medesima casa oggetto del prestito vitalizio, oppure lasciare che sia la banca stessa a mettere in vendita l’immobile al valore di mercato.

In questa seconda ipotesi, se l’istituto di credito non riuscisse a vendere l’immobile dopo un anno, decurterà il 15 per cento dal prezzo di vendita, e così l’anno successivo fino a realizzare la vendita stessa. Gli eredi infine potrebbero anche vedersi ricevere una somma di denaro se l’eventuale ricavo della vendita dovesse eccedere il totale di capitale più interessi dovuti.

Ti è piaciuto il post?